lunedì 19 giugno 2017

Lavatrici, consumi, energia e detersivi: come risparmiare!

Oggi torno con un post tema casa e consigli.

Vi darò qualche dritta su come ottimizzare lavaggio/asciugatura dei panni! In fondo al post parlerò anche di detersivi!

Dunque, partiamo con un esempio pratico. Nella prima il dettaglio della mia bolletta nel periodo Gennaio-Febbraio e nella seconda Maggio-Giugno (quella "di mezzo" era simile alla prima).





Come vedete c'è una differenza ci circa 8€! Che per molte persone potrebbero essere una sciocchezza ma per altri, come me, non lo sono affatto. Considerate che con 10€ ci pago due mesi di pulizia scale nel condominio e che, in ogni caso, il mio consumo di energia è piuttosto basso, essendo in casa solo mezza giornata. 

Ma come ho fatto? Semplice! Ho analizzato attentamente la bolletta e studiato la voce dei consumi. Ora, mi riferisco a contratti Enel (NON Enel Energia, solo ENEL) che da un paio di mesi è diventato Servizio Elettrico Nazionale. Dopo lo specchietto di costi, consumi e spese (e quell'odiatissimo canone RAI di ben 18€...) trovate nello specifico quanti KW avete consumato divisi in tre fasce differenti. 

Che sono le seguenti:









Inoltre, il mio contratto e sicuramente anche quello di molti di voi applica la tariffa bioraria, ovvero include nello stesso calcolo le fasce F2 e F3, chiamandole F23. 

Dunque bisogna semplicemente cercare di fare le lavatrici ma anche accendere forni, microonde ecc... nelle ore delle fasce F2-F3, quando è possibile. Io abitando al primo piano in un condominio non posso accedere la lavatrice oltre le 22, dunque cerco di farne una la domenica (festivo, quindi F3 per tutto il giorno) e un'altra durante la settimana dalle 19 in poi. Per non dimenticarmene preparo la mattina la lavatrice con tanto di detersivi, gradi e programma e una volta giunta l'ora "X" accendo l'interruttore e la lascio partire!
Discorso diverso per il forno, infatti a parte le cene (quindi patate, frittate, pizze ecc...) che comunque vanno dalle 19.30 alle 21, in alcuni casi, cerco di usare il forno per i dolci dopo le 23, dal momento che non è rumoroso quanto la lavatrice.

Parlando nello specifico di lavatrici, io ne faccio (di norma)  DUE a settimana una per i bianchi e una per gli scuri e non utilizzo MAI temperature superiori a 40° se non per disinfettare qualcosa in particolare. Lavare i capi a bassa temperatura, infatti, evita che si rovinino rapidamente e consuma decisamente meno energia! Un altro suggerimento è quello di NON far andare lavatrici vuote,se lavate a bassa temperatura potete rilavare anche un capo che è solo lievemente sporco senza rovinarlo per cui, ottimizzate! 
Per quanto riguarda i capi delicati o colori particolari (ma anche nuovi che possono perdere colore) lavo tutto A MANO, alla vecchia maniera in quattro fasi: ammollo con detersivo liquido in acqua tiepida, strizzatura e ammollo con ammorbidente, risciacquo con acqua fredda, strizzatura! Lavare i capi a mano è sempre buona cosa specialmente se hanno inserti particolari come stampe, perline e paillette. 

Passiamo ora all'asciugatura! A parte l'estate, meravigliosa stagione nella quale è possibile stendere e ritirare i capi nel giro di poche ore, il consiglio che vi do è di stendere SEMPRE fuori a meno che non piova a dirotto. Anche in inverno, specialmente la mattina: STENDETE ALL'APERTO! All'interno di garage con la saracinesca alzata, contro i muri su balconi con tettoie (come nel mio caso) purché sia all'aperto! Ovviamente  nei mesi più freddi a fine giornata buona parte dei panni saranno ancora umidi. Metteteli in casa per la notte ma la mattina successiva di nuovo fuori! In questo modo eviterete la classica puzza da vestiario mal asciugato nonché la formazione di muffe sui soffitti e negli angoli, a causa dell'eccesso di umidità! Nel periodo primaverile-estivo, io recupero i panni dalla lavatrice (attorno alle 21-22) e li stendo subito sul balcone, nella parte esposta per prima al sole. Mentre in inverno aspetto la mattina per stendere.

Detersivi. Il primo consiglio, purtroppo è quello di scartare (se potete) detersivi di discount come MD/Lidl ecc... perché a meno che non vengano prodotti di marche "importanti" (leggete le etichette e cercate informazioni, SEMPRE!) sono di qualità scadente. Il secondo è: acquistate detersivi in polvere! Il detersivo in polvere è forse il più "antico" tra i vari formati disponibili, basti pensare al DASH storico marchio la cui divisione italiana ha compiuto 50 anni da poco! Questo genere di detersivo rispetta il detto "minima spesa-massima resa", infatti sono spesso in offerta mega fustoni da 100-120-180 lavaggi a prezzi davvero convenientissimi e, soprattutto, il fustino dura veramente i lavaggi indicati sulla confezione, a differenza dei liquidi che hanno bisogno di essere usati in dosi più abbondanti. L'unico svantaggio delle polveri è quella dei "grumi" ma basta sollevare da terra il fustino (appoggiandolo su un catino, su una mensola, su un mobiletto) per ridurre al minimo questo inconveniente. Per quanto mi riguarda le marche migliori sono Biopresto, Sole e Dash (Non il Simply). Evitate come la peste le eco-dosi, super costose, con dosi veramente IMBARAZZANTI e poco adeguate ad un lavaggio serio in lavatrice. Io utilizzo le eco-dosi solo in vacanza, nella casa al mare in Puglia per evitare di portarmi fustini giganti e per comodità (spesso uso quella combinata con ammorbidente). 

Altra dritta: cercate di pulire sempre la lavatrice, specialmente le guarnizioni in gomma in cui si accumulano sporcizia e grumi di detersivo/ammorbidente stagnante. In questo modo prolungherete la vita della macchina evitando spese importanti e impreviste.

mercoledì 14 giugno 2017

Yoshi

Questo post per me è molto difficile e lo scrivo come se fosse una specie di diario intimo, perdonatemi quindi se non vi sentirete coinvolti  in prima persona ma, per una volta, sto scrivendo solo ed esclusivamente per me stessa.

Yoshi.



Chi era Yoshi? Yoshi era un cane, uno shih-tzu se vogliamo essere precisi. Aveva il pelo morbido (ma sempre pieno di nodi), la coda a ricciolo in continuo movimento, due occhi tondi, scuri ed estremamente espressivi, un nasino nero umidiccio dalla forma vagamente simile ad un cuore e un vocione forte e tonante che forse sarebbe stato più appropriato per un cane di 20-30 kg e non ad un piccoletto di 5-7 kg. 
Lui era testardo, era furbo, affettuoso (se gli conveniva esserlo!) e detestava stare da solo. Era piccolo e poco rumoroso eppure era sempre in grado di far avvertire la sua presenza, pur standosene sdraiato "per i fatti suoi" tenendo sempre un occhio vigile per essere pronto a spostarsi qualora fosse stato lasciato solo, anche per pochi minuti, in una stanza. 
Sì, era una presenza importante la sua al punto che quando se  n'è andato sei mesi fa,si è lasciato "alle spalle" (e perdonatemi se uso questa espressione per un cane) un vuoto terrificante, una voragine, che probabilmente non riuscirò mai a colmare.


Potrei raccontare centinaia di aneddoti su di lui. Dal modo in cui ululava quando lo istigavo canticchiando mo' di cantilena il suo nome, alla sua passione per cuscini, braccioli, divani e tutto quanto potesse farlo stare "più in alto" fino ancora al modo particolare in cui mi porgeva entrambe le zampe stiracchiandosi nonostante nessuno glielo avesse mai insegnato. Finirei però col farmi trasportare dai ricordi, ignorando il motivo per il quale sto scrivendo questo post.  

Perché Yoshi non era solo pelliccia e una serie di azioni che forse molti altri cani fanno, anche se in cuor mio continuo a pensare che non sia così e che lui fosse speciale. Per me è stato un amico, un fratello, un compagno di giochi, una certezza. Ho vissuto con lui metà della mia vita e salutandolo, quel terribile giorno nel quale è uscito dalla porta di casa dei miei genitori, in braccio a mio padre, senza più tornare, è come se avessi detto addio ad una parte di me, quella migliore. 
Grazie a lui ho scoperto quanto si possa amare incondizionatamente un altro essere vivente e non mi riferisco all'amore di un cane verso il suo padrone ma al contrario. Ho voluto bene a Yoshi come a nessun altro. Per diverso tempo, dopo la sua morte, mi sono chiesta che senso potesse avere la mia vita dal momento che l'oggetto principale delle mie attenzioni, il mio sollievo, la mia "valvola di sfogo", in certi casi, non esisteva più.


Ultimamente poi, data la sua grave malattia sia io sia mia madre avevamo organizzato le nostre giornate attorno a lui, preoccupandoci che mangiasse, che bevesse e che non si facesse del male (era cieco, da quasi due anni), facendo a volte l'impossibile per permettergli di vivere agiatamente i suoi ultimi momenti di vita, trovando qualche piccola gioia in quelle ormai rare occasioni nelle quali tornava ad essere se stesso. Da tempo infatti le mie giornate assumevano sfumature positive o negative in base alle sue condizioni di salute.


Credo che chi non ha mai avuto un cane non possa veramente capire il senso di spaesamento che ho provato quando mi ha lasciata e di quanto sia difficile, ancora oggi, per il mio cervello rinunciare a quei gesti, diventati automatici, relativi a lui. Per esempio, aspettarmi di trovarlo scondinzolante davanti alla porta, oppure osservare gli spazi vuoti fino a pochi mesi fa occupati dalle sue cucce, fare attenzione a non "calpestare" la ciotola dell'acqua vicino alla lavastoviglie (ciotola che, ovviamente, non c'è più) o ancora avanzare dei pezzetti di carne pensando: "li mangerà lui".


Ho avuto la fortuna di poter trascorrere ben diciassette anni e mezzo con Yoshi e guardandomi indietro ripenso alla nostra storia insieme come ad una meravigliosa storia d'amore e di amicizia, di come una bambina un po' timida, un po' viziata e con qualche difficoltà a farsi delle vere amicizie (cosa che, ahimè, è anche peggiorata negli anni) abbia aperto il suo cuore ad un piccolo e buffo cagnolino dormiglione (sì, stava dormendo quando l'ho "scelto") mettendolo piano piano al primo posto tra le proprie priorità.



Fatalmente, se n'è andato un mese dopo il mio trasferimento definitivo nella mia attuale casa. 

Come ho già detto, sono un'avida consumatrice di libri e una grande amante della letteratura e ho voluto vedere un segnale dietro tutto questo, una specie di "metafora". Yoshi se n'è andato portandosi dietro la mia infanzia, la mia adolescenza, la mia innocenza. Lui mi ha accompagnata in quella fase della mia vita nella quale sono diventata ciò che sono ora: una donna. 

Tra pochi giorni, il 21 Giugno, sarebbe stato il suo diciottesimo compleanno. So già che sarà un giorno veramente difficile, probabilmente l'ultimo doloroso step che dovremo superare in famiglia dopo il primo Natale senza di lui, il primo viaggio a Rimini senza di lui, i primi caldi senza vederlo gironzolare per il prato per poi ripararsi all'ombra sotto l'acero...

Qualche riga sopra ho scritto che se mi fossi fatta trascinare dai ricordi non sarei stata in grado di portare a termine l'obiettivo che mi ha spinta a scrivere questo post ovvero: lasciarlo andare. 

Perché no, non l'ho ancora fatto completamente. Certo, non mi illudo di riuscirci dopo aver terminato la scrittura di questo post. Si tratta di un processo che, probabilmente, impiegherà ancora del tempo, anni forse. Eppure oggi mi asciugo le lacrime (molte), faccio un respiro profondo e ripeto a me stessa: Yoshi non c'è più e non tornerà. Sii grata per tutto ciò che ti ha dato, tieni ogni ricordo e insegnamento prezioso dentro al tuo cuore ma vai avanti, cresci, cresci ancora.

Ho bisogno di (almeno) iniziare questo processo per poter permettere al nuovo cane che arriverà di far parte della mia vita. Cane verso il quale, sicuramente, avrò un atteggiamento diverso e più maturo grazie all'esperienza con Yoshi e ovviamente anche per il fatto che io ora sia cresciuta. 

Con ciò non voglio assolutamente dire che ho intenzione di dimenticare Yoshi né di rimpiazzarlo beceramente. Non sarebbe assolutamente possibile. Lui per me è stato TANTE prime cose, tante prime meravigliose scoperte. Rimarrà SEMPRE un gradino sopra qualunque altro animale perché è stato il primo. Un meraviglioso animale che auguro ad ogni bambino di incontrare. Io ho sempre avuto una grande passione nei confronti degli animali, è una "dote" di famiglia, eppure sono sicura che un cane come Yoshi sarebbe stato in grado di intenerire anche il cuore del bambino più diffidente e disinteressato. Di certo, ha suscitato affetto in tanti adulti totalmente disinteressati al mondo canino-animale. 

Il mio piccolo meraviglioso cane, ora è un quadrupede con ali e aureola e lo dico, con convinzione, pur non credendo in nessun Dio o divinità di qualsiasi genere. Dubito anche della stessa esistenza del Paradiso ma penso che se esistesse davvero lui ci sarebbe.... se le favolette sul Paradiso e la vita ultraterrena sono reali, allora quando verrà il mio momento (e spero egoisticamente il più tardi possibile) so che lo troverò là ad aspettarmi.



Grazie per tutto Yoshi, grazie per esserci sempre stato. ti amerò per sempre. Vale

mercoledì 7 giugno 2017

Norwegian Wood (Tokyo Blues) di Haruki Murakami - Recensione

Oggi inauguro una nuova tipologia di post, annunciata un anno fa e mai partita... 

Le recensioni di libri!


Da tempo utilizzo il Kobo che vedete in foto che mi permette di leggere MOLTI più libri e di risparmiare spazio. Certo, a volte ho ancora il desiderio di acquistare volumi cartacei ma... per questioni di praticità ed economicità mi accontento. 

Bando alle ciance, parliamo del libro. 
Non vi scrivo la trama, anche perché lo ritengo piuttosto inutile. In questa mia recensione (e nelle successive) voglio esprimere il mio pensiero e mi piacerebbe ricevere commenti con risposte e altre opinioni per dialogare con chi il libro lo ha letto. 
L'ho finito in circa una settimana, tra una pausa di lavoro e l'altra (do lezioni private di lingua e traduco testi, non so se l'ho già detto).

Premessa: è il primo libro TRADOTTO in italiano che leggo da almeno sei anni. Leggo praticamente sempre narrativa inglese/americana o classici francesi/inglesi, sempre in versione originale e quindi non sono più abituata alle traduzioni e, non so voi, ma la noto sempre la differenza.
Per tutto il libro ho avuto l'impressione di leggere traduzioni "alla larga", "approssimative" pur non sapendo NULLA della lingua originale, il Giapponese in questo caso. Leggendo testi tradotti nelle due lingue straniere nelle quali mi sono specializzata mi accorgo subito, se la traduzione è fatta male, di eventuali note "stridenti" e il libro in sé mi è parso tutto una canzone piacevole cantata da una voce leggermente stonata, ai limiti dell'accettabile. Perdonatemi il paragone spicciolo.

Tralasciando questa, soggettiva, sensazione, mi sono approcciata a questo libro come generalmente faccio leggendo mostri sacri della letteratura contemporanea e un pochino ne sono rimasta delusa. Con questo, non sto dicendo che il libro sia scadente, solo che al termine della lettura ho pensato "Tutto qui?". 
Il tema trattato è senz'altro interessante ma il personaggio protagonista e narratore quasi "di pongo" non me l'ha fatto apprezzare fino in fondo. I personaggi secondari li ho ritenuti ben più interessanti, anche se, pure lì, ho notato tante, tantissime forzature nei dialoghi e negli atteggiamenti. Il fatto poi che il protagonista sia stato accostato nel testo stesso ad Holden Caufield di "The Catcher in the Rye" ("Il Giovane Holden" in italiano) me l'ha reso ancora più antipatico perché, personalmente (e so di perderci la reputazione da  laureata in letteratura inglese dicendo ciò) ho detestato quel romanzo e quel personaggio con tutta me stessa.
Tuttavia la cosa che più mi ha dato VERAMENTE fastidio è la presenza costante di scene di sesso e discorsi a sfondo sessuale TROPPO espliciti e che buttati quasi random in momenti seri o riflessivi distolgono l'attenzione dal contesto e dalla situazione narrata. Mi riferisco per esempio all'ultimo incontro tra Naoko e Watanabe nella "clinica". La scena che poi lui ricorderà alla fine del libro, accostandola alle tante cose che gli rendono impossibile credere che Naoko sia morta, in questo frangente il sesso "crudo" è del tutto gratuito. Un momento così delicato, un incontro tra due persone con una relazione così fragile e particolare meritava una scena sicuramente meno esplicita. Avrei preferito un momento intimo quasi etereo e patinato che si andasse a creare con naturalezza e con altrettanta naturalezza terminasse, senza brusche cesure, come invece è stato. 
In più di un'occasione i dialoghi dei personaggi mi sono sembrati infantili e provenienti dalle bocche di ragazzini di 12/13 anni e non certo da giovani adulti o da adulti, nel caso di Reiko. Commenti su "falli", "pratiche" o quant'altro si  potrebbero benissimo eliminare, senza nulla togliere al romanzo che peraltro offre anche scene bellissime come quella tra Naoko e Watanabe prima che la prima venga ricoverata (ancora una volta NON la scena di sesso, ma il momento del pianto "inspiegabile" in quel punto del romanzo), la visita in ospedale del padre malato di Midori, la lettera di Midori alla fine del libro che rimprovera Watanabe per non essersi accorto del taglio di capelli. Oppure ancora la notizia, quasi in sottofondo, della morte per suicidio di Hatsumi (avvenuta però al di fuori dell'arco della narrazione, nel futuro) fidanzata bistrattata di Nagasawa, con quella meravigliosa scena quasi "simbolica" della porta che si chiude indicata come momento "finale" della vita della ragazza. 
In generale l'atmosfera del libro, più precisamente le azioni dei personaggi, mi sono sembrate un inspiegabile alternarsi di conformismo e staticità con picchi casuali di follia e no-sense (esempio Midori che insiste "Andiamo a vedere un film porno?"). Anche se, lo ammetto, è una sensazione che ho SEMPRE vedendo o leggendo qualcosa di asiatico e che notavo anche diversi anni fa quando leggevo centinaia di manga. Forse la cultura asiatica è veramente troppo lontana dal mio "mondo" per permettermi di apprezzarla a dovere. Decisamente sono più abituata a gesti plateali, ad emozioni esplosive, a passioni laceranti e senza controllo.

In conclusione sono felice di aver letto questo romanzo che da tempo mi attendeva nella mia wish-list, tolte le "storture" assolutamente soggettive che ho notato leggendo il libro, posso dire di aver avvertito delle emozioni positive nella lettura. Si tratta pur sempre di un bildungsroman e dunque la graduale evoluzione della storia è un suo elemento chiave. Tuttavia, come lo stesso autore scrive nella postfazione, è un romanzo molto scorrevole che si fa leggere senza difficoltà ed essendo 300 pagine, quindi una dimensione "media" per un romanzo, non è veramente cosa da poco.

Dunque ora procedo con la lettura successiva che sarà "Angela's Ashes" di Frank McCourt... alla prossima!

martedì 6 giugno 2017

L'estate è arrivata!

Finalmente è arrivato giugno! 
Per il terzo anno di fila sono riuscita a godermi il "ponte" (ponticello, visto che sono stati solo tre giorni...) del 2 giugno, Festa della Repubblica.



Quest'anno siamo andati sempre nei dintorni di Rimini ma non al solito posto bensì a Bellaria. Un paese veramente SPLENDIDO che ha immediatamente colpito tutti noi (come al solito sono partita con il mio compagno e i con i miei genitori). 





Negozi, movimento, VITA. Bellaria il 2-3-4 giugno piena come fosse ferragosto e il clima caldo, oltretutto, ha reso il weekend ancor più splendido! Tre giorni di mare, di sole, di spiaggia. Esattamente ciò di cui avevo bisogno. Essendo Bellaria una città molto bella non ci siamo praticamente spostati, al contrario di come facciamo di solito. Ci siamo concessi la classica capatina al mercato di Cesenatico, il venerdì mattina. E infatti, mentre lo scorso anno il leitmotiv dei miei acquisti fuori casa è stato "accessori e utensili per la casa" quest'anno l'unico oggetto acquistato è stato questo:


La prima cuccetta per la mia cagnolina. In realtà non ho sentito il bisogno di acquistare altro, ero troppo rapita dal mare e dal clima "vacanza"per poter anche solo pensare ad altro. Ho scoperto, inoltre, una gelateria deliziosa.



Caffé del Fauno. Dove ho assaggiato un ottimo gelato vegano ma un ancor più buono gelato classico (quello della foto). 
Un'altra chicca della vacanza è stata l'Air Show con le frecce tricolore, visto direttamente dalla spiaggia. Vi lascio qualche foto.




Consiglio di tenere d'occhio questo tipo di evento per chi ancora non l'avesse visto perché decisamente MERITA di essere visto da vivo: è da pelle d'oca!
Purtroppo anche se sono tornata soltanto nella notte tra domenica e lunedì, la breve parentesi della vacanza è solo un bel ricordo... casa, lavoro, casini vari hanno già rimpiazzato quella bella sensazione da "estate addosso" che mi ha lasciato il mare. E, infatti, appena chiuderò questo post dovrò iniziare a sistemare casa (*ugh*) e terminare di preparare il lavoro per oggi...

Per cui, vi auguro una buona giornata. Alla prossima!

Natale è qui!

Alla fine Natale sta arrivando... Giusto ieri sera ho svolto con i miei alunni serali del corso di inglese una scheda sul Thanksgiving,...